28 Mag 2015
Sai dire di no? Proprio a tutti?
La capacità di dire no è affermare se stessi, essere autentici, senza offendere l’altro.
Per molte persone, è un comportamento difficile da mettere in atto. Sono convinte che per essere accettate e ottenere affetto devono essere, sempre accondiscendenti gentili e soprattutto non devono dire no, devono essere sempre garbati, di buon umore, pronti a consolare, anteponendo i bisogni degli altri ai propri, evitando coscienziosamente il conflitto.
Dicono si quando in realtà vorrebbero dire no. Non esprimono se stessi in modo adeguato. Hanno una mancanza di assertività. Sono compulsivi nella loro ricerca di compiacere. Li accompagna, fedele, la maledizione dell’altruista. Spesso si sentono in trappola, soffocati dalle loro stesse aspettative e da quelle degli altri.
Chi è colpito dalla maledizione dell’altruista crede che mostrando i propri bisogni, le proprie esigenze verrà respinto e abbandonato. L’altruista compulsivo reprime le proprie emozioni. Rabbia e risentimento covano in silenzio, fino a che esplodono per un’inezia lasciando tutti basiti, passando dalla ragione al torto.
Dopo qualche tempo dallo scatto di rabbia l’altruista si sente in torto, assalito dai sensi di colpa “Forse ho esagerato, avrei dovuto…e poi…si, …ma”. Ecco che entra in un circolo vizioso di rinforzo. Non accetta le proprie reazioni e si convince che sia necessario dire sì…sempre. Da notare…l’altruista compulsivo evita i conflitti di qualsiasi genere. Ma rincorre l’altro per avere conferme circa il proprio valore.
Questo spazietto è dedicato a te che ti sei identificato nella descrizione.
Ti propongo un esercizio che do spesso in terapia. Sembra un gioco e invece è uno strumento semplice che ti restituisce un’immagine immediata del tuo modo di comportarti e di che cosa provi. E’ una rappresentazione visiva del tuo essere altruista compulsivo.
Clicca sulla parola Angioletto, scarica l’immagine, stampala, oppure disegnala in un foglio abbastanza grande. Nelle linee che si irradiano dalla figura descrivi ciò che ti sembra di mostrare agli altri o come vorresti che gli altri ti percepiscano: sono sempre sorridente, ascolto tutti, sono disponibile, non dico mai no, faccio ridere tutti, prima ci sono le esigenze dei miei figli, del mio partner, dei colleghi, prima c’è il mio lavoro, non nego mai niente a mia madre, ecc…sono comportamenti positivi, che, però, vi costano fatica, impegno, energie.
Dentro l’immagine, sul vestito e sulle maniche scrivi ciò che ribolle, le emozioni represse legate al dire si, quelle che nascondi, spesso anche a te stesso, quelle che vengono definite “negative”: tristezza, rabbia, rancore, senso di abbandono, angoscia della scelta.
Ora guarda il disegno. Qual è il prezzo che paghi dicendo sempre si?
E’ un giochino che puoi fare in generale, oppure soffermati un attimo e pensa in quali contesti e con quali persone non sei assertivo e cadi nella maledizione dell’altruista
Sappi che i comportamenti possono essere cambiati. Passo dopo passo. Iniziate a dire no, una volta alla settimana. Può essere un no a tuo figlio che vuole andare a dormire tardi. Può essere un no alla tua collega che ti chiede aiuto e tu rimani indietro col tuo lavoro. No ad una amica, no al tuo compagno.
Ultimo accorgimento importantissimo. Il NO, deve essere chiaro, diretto, semplice, secco, equilibrato, educato e deciso. Motivalo, ma non troppo.
E’ impossibile accontentare tutti, sempre. Liberati da questa maledizione.
Bibliografia
Jacqui Marson – Come imparare a dire di no senza sensi di colpa – eNewton Manuali e Guide
1 Mag 2020
Differenze tra fame nervosa e fame
Sicura che quella che provi durante la giornata sia effettivamente fame? Riconosci quando stai mangiando per fame e quando invece per fame nervosa? Verificalo con questo articolo. Prima di iniziare, qualche breve considerazione.
Il cibo viene spesso usato per calmare e rilassare la mente. Durante la nostra vita, bambini, adolescenti, adulti, uomini e donne, ciascuno di noi ha provato la fame nervosa, ormoni, prima, durante o dopo un evento importante, nuovo, ansiogeno. Presente! Io sono quella delle M&M.
Tuttavia se ti ritrovi giornalmente a ricorrere al cibo per confortarti o per smorzare la tensione e non riesci a smettere, questo è un problema, che è possibile si verifichi anche in altre aree. La maggior parte dei disturbi legati al cibo sono provocati dalla ricerca di autoconforto.
Andiamo per gradi…Nei prossimi giorni prova ad osservarti in modo da diventare cosciente se è fame fame o fame nervosa. Già questo potrebbe farti desistere dall’avventarti su patatine e cioccolato.
Cominciamo!
RIFERIMENTI BIBLIOGRAFICI E NON
Susan Albers, 50 modi per vincere la fame nervosa, Gruppo Editoriale Macro
Stephan Guyenet, Il cervello affamato, Newton Compton Editori
Sonja T.P.Spoor, Marrie H.J.Bekker, TatjanaVan Strien, Guus L.van Heck, Relations between negative affect, coping, and emotional eat
https://www.sciencedirect.com/science/article/abs/pii/S0195666306006337?via%3Dihub